Sono sulla spiaggia, steso al sole, occhi chiusi. Un caldo terribile.
- Vuoi comprare un libro?
Apro gli occhi. È un giovane africano, pelle nera, abito lungo, scuro.
- No grazie, - dico.
- Guarda, questo l'ho scritto io. Parla di un mio viaggio in africa.
Mi tiro su, appoggiandomi sui gomiti, quel tanto che basta a sembrare vagamente interessato.
- Quest'altro l'ha scritto un mio amico, - dice e mi mostra una faccia sorridente in quarta di copertina.
Ha una dozzina di libri con sé. In mano. Niente borse. Libri piccoli, ma ben fatti. E costano poco.
- È tutta letteratura africana? - chiedo. Superfluamente.
- Sì, tutti amici o gente che conosco, - fa lui.
Do un'occhiata. Un paio di volumi passano dalle sue mani alle mie. Scorro i titoli, qualche riga.
- Interessante, - faccio.
Glieli restituisco: -Non ho soldi con me, - mento.
Avevo pochi euro, sufficienti a comprarne almeno un paio.
Mi informo sulla casa editrice, lasciandogli credere che comunque sono rimasto attratto e che un giorno, forse, potrei acquistarne qualcuno.
- Grazie, Ciao.
- Ciao.
Poco oltre c'è una coppia sotto l'obrellone. Lettori incalliti, di quelli che divorano bestsellers da cinquecento pagine in pochi giorni.
Lui non si ferma. Lo vedo allontanarsi sotto il sole.