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Teatro, la Locandiera di Goldoni al CPIA di Ventimiglia

Venerdì 26 maggio alle ore 18:30, lo spettacolo della compagnia teatrale L.E.A. dell'Università di Nizza


LA LOCANDIERA
regia di Jean Spizzo
Venerdì 26 maggio alle ore 18:30
Al CPIA di Ventimiglia
presso l'IC "Biancheri", via Roma 61, Ventimiglia
Ingresso libero

LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni
Regia di Jean Spizzo

Nella sua presentazione de La locandiera Goldoni scrive: «Fra tutte le Commedie da me sinora composte, starei per dire essere questa la più morale, la più utile, la più istruttiva». Più utile per chi? Per gli uomini, conferma l’autore, i quali potranno vedere nell’esempio del Cavaliere come per resistere alla seduzione femminile non serva presumere delle proprie forze ma convenga solo fuggire.
Se questo Cavaliere si dichiara sin dall’inizio così presuntuosamente nemico delle donne è probabilmente perché cova in lui un desiderio rimosso del sesso gentile più forte che negli altri. Mirandolina, la protagonista di questa pièce, con la sottile arte della seduzione saprà far venire a galla questo desiderio, trionfando così sulla pretesa misoginia del Cavaliere.
Ma l’esito della commedia avrà un’utilità anche per lei. Questa locandiera, fiera della sua indipendenza economica, abituata ad essere corteggiata da avventori anche nobili, non sopporta di essere ignorata dal solo che proclama insensibilità al suo fascino. Come Don Giovanni, che non ammette eccezioni alle sue conquiste, Mirandolina, per puntiglio, vuol vincere l'unico uomo che le resiste. Questo sarà il suo godimento, non privo di un certo compiacimento sadico, che ella si procurerà attraverso una maliziosa messa in scena, nella quale troveremo conferma che l’arte della seduzione è sorella dell’arte teatrale.
Il povero Cavaliere finirà non solo avvilito ma anche distrutto. Il trionfo di Mirandolina sembra quasi eccessivo e lei stessa ne proverà spavento se non rimorso. Il matrimonio con Fabrizio, il fedele servitore al quale l’aveva raccomandata il padre prima di morire, chiuderà questa folle parentesi in cui si sarà sfiorato l’eccesso dell’«ubris», che non appartiene solo alla tragedia ma si verifica anche in una commedia così deliziosa come «La locandiera».
Jean Spizzo

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