Vittima innocente della cruenta lotta tra Otone e Vitellio, pretendenti al trono del suicida Nerone.
Una matrona romana durante la toeletta mattutina. Dipinto di Simeon Solomon (1840–1905). |
Roma, 68 dopo Cristo. Il suicidio dell'imperatore Nerone dà inizio a un cruento conflitto tra due personaggi che se ne contendono il trono: Otone, amico di Nerone e compagno delle sue dissolutezze, e Vitellio. Lo scontro tra le due fazioni si trasformò ben presto in guerra civile (68-69 d. C.) e ne fece le spese anche Ventimiglia, all'epoca Albintimilium, che fu messa a ferro e fuoco dai soldati di Otone.
Molti cittadini intemelii persero la vita in quell'occasione e tra essi ebbe particolare rilievo la morte della matrona Giulia Procilla, madre di Gneo Giulio Agricola, famoso generale, futuro governatore della Britannia e suocero di Tacito.
Giulia fu uccisa nel suo podere, e la sua villa nella Piana di Latte fu depredata e devastata dalle truppe.
Fu anche l'efferatezza del delitto che spinse Agricola (schieratosi dalla parte di Vespasiano, altro pretendente al trono e deus ex machina dell'intera congiuntura storica poiché sarà lui a diventare imperatore) a correre ad Albintimilium per vendicare la madre e rimettere ordine nel territorio intemelio.
L'episodio è narrato da Tacito nelle sue Historiae, ma mi piace qui riportare la breve quanto poetica sintesi che ne dà il volume "L'Italia descritta e dipinta con le sue isole", pubblicato a Torino nel 1838 dall'editore Pomba di Torino:
In questi ameni dintorni cercava il riposo che si addice alla matura età Procilla, madre del virtuoso Agricola.
O menti umane inconsapevoli del loro destino. Ella nel placido ritiro de suoi poderi trovò la morte per mano de feroci soldati di Ottone, avidi di saccheggiarne le ville.