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Chi era Francesco Brea, il chierico pittore che operò tra Nizza e Taggia

Prese la tonsura ma sposò Franceschetta. La sua vera passione però fu la pittura.

Francesco Brea, Santa Maria Maddalena tra due sante. Olio su tavola, cm. 70x94.
Francesco Brea fu l'ultimo esponente di una famiglia di pittori di origine nizzarda della quale possediamo notizie biografiche piuttosco scarse e frammentarie. 
Figlio di Antonio, sappiamo che nacque a Nizza ma la data di nascita è talmente incerta che la maggior parte delle biografie propongono un prudente "verso la fine del Quattrocento". 
Un punto fermo però c'è ed è il giorno in cui il ragazzo, presumibilmente sollecitato dal padre, si sottopose al taglio di cinque ciocche di capelli, come simbolica forma di rinuncia al mondo, cioè prese la tonsura
Era il 2 maggio 1512 e possiamo immaginare che proprio indossando i panni del chierico sviluppasse maggiore dimestichezza coi pennelli e con i pigmenti colorati.
Certo è che l'arte sacra non bastò a sublimare le pulsioni terrene di Francesco, tant'è che una notizia riferitaci da Léon-Honoré Labande nel suo volume del 1937 dedicato ai Brea, ci informa che alle soglie della maturità decise di sposarsi con una certa Franceschetta (correva l'anno 1536). 

I personaggi, i luoghi, gli avvenimenti che raccontano la nostra storia.

Nel 1538 ritroviamo Francesco a Taggia, dove risiede con una certa stabilità almeno fino al 1547. Nelle chiese tabiesi realizza numerose opere quali il Crocifisso nella parrocchiale (del 1543, ormai perduto), gli affreschi nel palazzo comunale (del 1544, anch'essi perduti), il polittico di S. Tommaso per la chiesa di S. Domenico - del quale rimane però solo la tavola che raffigura S. Antonino.
Ma Francesco è attivo anche a Ceriana dove, nel 1545, esegue il polittico con S. Caterina d'Alessandria. 

A partire dal 1547 inizia il felice rapporto di collaborazione con Giovanni Cambiaso per un'impegnativa opera di decorazione ad affresco delle pareti e delle volte della chiesa di S. Maria del Canneto presso Taggia. Quest'avventura mostrerà però anche i limiti della poetica del Brea che, raffrontata all'incipiente innovazione pittorica proposta dal Cambiaso (che importa in Liguria l'eco della pittura romana di primo Cinquecento) appare ancora saldamente inchiodata alla tradizione del secolo precedente.
Di Francesco Brea restano numerose testimonianze sparse nell'area ligure-provenzale. 
La sua ultima opera è probabilmente una pala d'altare che rappresenta la Vergine del Rosario. Firmata e datata (1555), è conservata nella chiesa di St. Martin-d'Entraunes, nell'entroterra di Nizza.

Enzo Iorio
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Pubblicato da Enzo Iorio:

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